Occhiali da sole polarizzati: come funzionano e quando servono

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Eliminare i disturbi della luce riflessa, restituire un’immagine più nitida e un contrasto di colori più rilassante. E’ questo lo scopo degli occhiali da sole polarizzati. In questo articolo scopriamo come funzionano e quando sono necessari.

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Il nostro occhio funziona all’incirca come una fotocamera: la luce attraversa due “lenti”, la cornea ed il cristallino e si impressiona sulla retina che la converte in impulsi elettrici che il nervo ottico trasporta fino al cervello che la elabora e la interpreta.

Quello che influenza una visione perfetta, oltre alle patologie dell’occhio, sono spesso l’affaticamento oculare e le interferenze causate da riflessi che creano abbagliamenti e contrasti di luce innaturali. Spesso diamo per scontato che la visione degli occhi sia “reale” ma non sempre è così: la percezione che, attraverso i nostri occhi, abbiamo della realtà spesso non riproduce fedelmente ciò che ci offre la natura.

Oltretutto, alcune superfici quale acqua, neve, sabbia e asfalto generano dei riflessi che abbagliano la nostra vista impedendo una visione nitida. In alcuni casi si ha un vero e proprio effetto accecante che, quando si è ad esempio alla guida, può essere molto pericoloso.

I riflessi alterano la percezione dei colori, dei contrasti e della profondità e provocano un maggiore affaticamento degli occhi. Una lente con filtro polarizzante elimina gli effetti della luce riflessa ed offre una visione più nitida e rilassante ed un maggiore confort visivo.

Osservate, ad esempio, questo video relativo ad un’immagine della superficie del mare in un giorno con molto sole. La parte sinistra rappresenta la visione “naturale” in cui il mare ci appare luminoso e azzurro. La parte destra, invece, rappresenta ciò che il nostro occhio percepirà dopo aver applicato un filtro polarizzato. Non vogliamo discutere della “bellezza” dell’una o dell’altra immagine. Di sicuro, però, l’immagine polarizzata è molto più rilassante per il nostro occhio!

Volete fare una prova “su strada”?

La sicurezza in strada è, naturalmente, sempre al primo posto. Se si ha necessità di guidare per lunghi tragitti o in condizioni di forte luminosità, sottoponiamo i nostri occhi ad uno stress molto elevato e questo è sicuramente causa di un abbassamento delle condizioni di sicurezza. Le lenti polarizzate sono in grado di eliminare i fastidiosi riflessi della cartellonistica, dei parabrezza delle altre auto, delle pozzanghere presenti sull’asfalto (soprattutto nelle giornata di pieno sole estivo) e darci la percezione di maggiore nitidezza.

Per verificare la differenza di confort visivo, basta fare una semplice prova: in una bella giornata di sole mentre siete alla guida della vostra auto, provate a sostituire i vostri abituali filtri dal sole con un filtro polarizzato. La differenza di nitidezza nella visione sarà evidente e noterete meglio i particolari mantenendo l’occhio più rilassato.

Per chi sta molto alla guida, o in occasione di lunghi viaggi i riflessi del parabrezza e dell’asfalto affaticano la vista alterando la visione, utilizzare lenti polarizzate è una soluzione ideale.

 

Lenti Polarizzate: la strada senza utilizzare lenti polarizzate

Una mattina estiva con molta luminosità. L’asfalto riflette la luce creando un effetto di abbagliamento ed, inoltre, sul parabrezza, è visibile il riflesso del cappellino. Una situazione ad elevato stress visivo.

Lenti Poalrizzate: la strada senza utilizzare un filtro

Applicando alla fotocamera un filtro polarizzante, i riflessi sull’asfalto vengono ridotti notevolmente e sparisce l’immagine del cappellino dal parabrezza. La visione è sicuramente più rilassante

 

Come funziona un filtro polarizzante?

L’effetto di un filtro polarizzante è semplice da spiegare: solo i raggi provenienti da fonti dirette attraversano la lente mentre quelli derivati dai riflessi vengono bloccati. Ma come avviene tutto ciò?

Per prima cosa cerchiamo di comprendere cosa sia la polarizzazione. La luce si propaga sotto forma di onde elettromagnetiche e la sua polarizzazione altro non è che la direzione di questa oscillazione.

La cosa curiosa è che il termine polarizzazione fu introdotto all’inizio del 1808 dal fisico francese Etienne Louis Malus sulla base di un’ipotesi sbagliata: egli riteneva che la luce fosse composta di particelle dotate di polo nord e polo sud e pensava che, quando la luce è polarizzata, tutti i poli fossero orientati nella stessa direzione. Nonostante la teoria risultò subito non vera, il termine fu conservato.

La luce naturale si diffonde (cioè oscilla) in ogni direzione e quindi non è polarizzata. La luce si “polarizza” quando colpisce una superficie riflettente e viene indirizzata verso una direzione specifica. I filtri polarizzati sono composti da una serie di lamelle parallele e spaziate tra loro esattamente dell’ordine della lunghezza d’onda della luce incidente. Le lamelle tagliano l’oscillazione ortogonale alla loro direzione lasciando lassare solo le onde ad esse parallele. Vengono smorzate le onde di luce non parallele all’asse di polarizzazione. Per semplificare, è un po’ il principio delle persiane che fanno passare solo la luce che arriva dalla stessa direzione delle fenditure tra le aste di legno.

Se sovrapponessimo due filtri polarizzanti posizionati a 90 gradi l’uno rispetto all’altro se ne ricaverebbe un effetto di pressoché totale oscuramento della luce.

Lenti polarizzate clipon

Due clipon polarizzate: l’effetto di visione è normale

Lenti polarizzate clipon sovrapposte

Lenti polarizzate: due clipon sovrapposte. L’effetto visivo è di un maggiore oscuramento dell’immagine che resta comunque visibile

Lenti polarizzate invertite

Lenti polarizzate: clipon posizionate a circa 90°. La visione è possibile solo nell’angolo superiore destro della lente. La visione nel resto della lente viene completamente oscurata

 

La luce riflessa, specialmente nel caso di acqua, superfici bagnate o neve, è parzialmente polarizzata e giunge da direzioni non parallele alla superficie della lente. Un filtro polarizzante è pertanto in grado di bloccare questa luce eliminando i disturbi della visione ad essi dovuti. Ad esempio, se davanti ad una pozzanghera sull’asfalto ci fosse un piccolo ostacolo, il riflesso causato dall’acqua lo renderebbe invisibile. Una lente polarizzata, annullando il disturbo della riflessione, rende nuovamente visibile l’oggetto.

Un’altra prova che si può fare facilmente per verificare la qualità del filtro polarizzato è quando ci si reca dal distributore di carburante. Il display elettronico della colonnina di erogazione è visibile grazie alla luce riflessa, la stessa che porta con se anche le distorsioni. Per questa ragione, se si osserva il display con un occhiale da sole polarizzato non sarà possibile vederne le cifre. Per visualizzarle sarà necessario inclinare di circa 45 gradi la testa in modo tale da inibire il filtro della polarizzazione che agisce sui raggi paralleli all’asse visivo. E’ una prova semplice da effettuare e può darvi una prima indicazione dell’efficacia del vostro filtro polarizzato.

Qualsiasi sportivo, inoltre, sa bene come i riverberi siano fonte di distrazione influenzando la concentrazione mentale. Questo si traduce in inutile consumo di energie energie e una maggiore difficoltà a mantenere elevata la tensione agonistica.

Nel caso di lenti graduate, la polarizzazione deve essere fatta dal produttore delle lenti. Il problema, in questo caso, non è rappresentato dalla costruzione della lente ma dal montaggio: per funzionare correttamente è necessario allineare e centrare perfettamente l’asse di polarizzazione di entrambe le lenti. Lo sfasamento di uno dei due (o di entrambi) comporterebbe un diverso filtraggio della luce polarizzata e quindi darebbe la possibilità ad onde indesiderate di intrufolarsi lungo qualche area della lente. Questo provocherebbe disturbi nella visione e, in molti casi, anche fastidiosi mal di testa.

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Occhiali da sole polarizzati: come funzionano e quando servono scritto da Lo Staff media voto 4/5 - 596 voti utenti

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